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Don’t think twice

pillola #1

La pillola n.1…ricordo che imperversava l’estate ed il sottoscritto contava i tre soldi che gli restavano nelle tasche, come sempre.

Tre soldi erano parecchi perché in effetti non aveva una ragazza a cui pagar la cena (sono uno che cambia poco e lo fa lentamente, per cui non prendetevela) ma solo parecchi amici che comunque costavano meno della ragazza che non c’era.

Allora nel brodo di pensieri e riflessioni (altresì note come seghe mentali da cui tutti siamo affetti più o meno intensamente) giunsi alla conclusione che potevo farne un interesse condiviso (poiché appunto il disagio è cosa diffusa e presente, non prendetevela neppure questa volta). 


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Così nasce la rubrica don’t think twice, che si fa promotrice del soprappensiero e del pensare intenso, spesso paralizzante, omicida di qualsiasi azione, in comode pillole.

Non si tratta di una sola pillola o consiglio ma piuttosto di una sottospecie di conforto che magari, per errore o per puro caso, può condurre ad una fortuita accettazione del sé, mica cazzi.


pillola #2

Mettiamola così, tutti abbiamo visto quella puntata dei Simpsons in cui Marge ripete ossessivamente a Lisa che è riuscita a cambiare suo padre Homer, come un mantra, per convincere sé stessa e tentare vanamente di convincere la povera Lisa.

Se non l’avete vista andate a vederla, sia chiaro però che non ho la più pallida idea di quale cazzo di stagione si tratti delle millantamila disponibili della serie… forse wikipedia può aiutare, forse decisamente no.

Ma tutto questo cosa c’entra col resto o con questa dannata rubrica? come te lo spiego… il tema è il mutamento che mettiamo in atto quando vogliamo piacere all’altro, cioè le molteplici seghe mentali, i super filtri che molti (non tutti eh) di noi mettono in atto per far trasparire la parte più splendida di sé. m’è capitato per esempio di cominciare ad ascoltare i Chemical Brothers per capire meglio cosa ascoltasse la ragazza dai capelli rossi (true story, non si tratta dei peanuts). è stato un abbozzo di cambiamento finito lì, perché oltre non mi sono spinto, non ce n’è stato bisogno, trasmettevo e trasmetto tutt’ora troppo l’idea del dissociato… i più buoni dicono che ricordi un professore stressato di cambridge.

…in ogni caso cambiamo poco e lentamente più di quanto ci piaccia credere, non parliamo poi delle abitudini mattiniere, un disastro. nella pillola di questa settimana una dichiarazione di sconfitta, l’ennesima.
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La rubrica don’t think twice si fa promotrice del soprappensiero e del pensare intenso, spesso paralizzante, omicida di qualsiasi azione, in comode pillole. Non si tratta di consigli ma piuttosto di una sottospecie di conforto che magari, per errore o per puro caso, può condurre ad una fortuita accettazione del sé, mica bruscolini.


Edited by Davide L.

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