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FACTORY ASKS 0016 : BRUCIO

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Nome Artista 0016: Brucio

BIO

Nasco nel 1985. Faccio parte di alcune associazioni di promozione culturale e cerco di partecipare a più progetti fallimentari possibili, ho girato un po’ negli ultimi anni portando in giro le mie tavole di legno dipinte ad acrilico guadagnando il maldischiena.

01. Come hai intrapreso il tuo percorso artistico?

Mi è sempre piaciuto disegnare, prima col writing poi coi fumetti e ora con gli acrilici, è sempre stato una buona alternativa a quello che avrei dovuto realmente fare e visto che mi veniva decentemente ho continuato.

02. A chi o cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

Prima dal lettering dei writer, i movimenti delle lettere e le colorazioni, poi i classiconi del fumetto underground italiano e americano (Crumb, Paz, BadTrip…), sono tutte cose che rivedo nei miei disegni.
Anche i libri che leggo e la musica che ascolto influenzano quello che sto disegnando in un dato periodo, come soprattutto le cose che mi accadono direttamente, gli stati d’animo e i luoghi che vivo. Assorbo tutto ma poi cerco sempre di non copiare e trovare un modo diverso e personale di fare le cose.

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03. In quanto “artista” qual è la tua massima aspirazione?

Non so rispondere a questa domanda. Mi sono impegnato ma mi vengono in mente solo cagate.

04. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

Ho cambiato un sacco di temi nei miei disegni anche a seconda delle tecniche, un quadro è difficile che lanci lo stesso messaggio di un fumetto o di una vignetta, credo e spero che tuttavia siano legati da un’atmosfera di fondo.
Ci sono però messaggi che non metterei mai nei miei lavori. Almeno per ora.

05. Che cosa vuol dire underground per te?

Sotto terra.
È dove andremo quando moriremo, e pensare di starci anche da vivo non è del tutto confortante anche se la gente è più simpatica, la musica è più bella e l’arte è più spontanea, le persone non se la menano col copyright e se possono aiutarti o insegnarti qualcosa di solito lo fanno, si mangia un sacco di pasta al sugo vegetariano e si dorme mezzi collassati su dei materassi di solito accanto ad altri uomini, la gente fuma un sacco di sigarette, le bariste e i baristi di solito sono molto simpatici ma fanno i cocktail a caso perché sono sbronzi anche loro, però io me ne frego perché spesso mi porto da bere da casa.

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06. Che progetto hai portato al festival e cosa ha significato per te?

Ho portato alcune tavole di legno dipinte ad acrilico e alcuni fumetti di Lo-Fi comics.

07. Quanto sono importanti secondo te occasioni come il festival per promuovere i giovani creativi locali e cos’altro vorresti che venisse fatto in questo senso?

Ogni festival è un occasione di incontro e di scambio di conoscenze un modo per creare una rete di collaborazioni.

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Foto di Nicol P.

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“Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista.”