fricatism 5ve records

FRICAT

Quasi come un rituale, mi hanno accompagnato nella quotidianità, ispirato e cambiato la vita, ecco i miei 5 dischi!

Quinto appuntamento con #5ve_R! Oggi abbiamo il piacere di ospitare un’eccellenza tutta Toscana. Specializzato in ritmi unici che ti smuovono il divertimento da dentro.

Avete capito bene, parliamo dello sperimentatore Fricat e della sua scuola di pensiero il “Fricatism” e abbiamo l’onore di ricevere da lui, Giordano “Joe Antani” Dini, membro assieme a Shapka e Dyami degli Apes on Tapes, 5 perle direttamente dalla sua valigetta personale.

(Michelle Davis, The Florentine 2016)

Il suo stile esalta la contaminazione musicale gioiosa e sfrenata. Un connubio di trap-hop in cui si scontrano melodie magistralmente patchwork e opposti che danzano teneramente mano nella mano.

Noi abbiamo avuto il piacere di ospitare recentemente un suo live sulla nostra piattaforma streaming CCTv, un esibizione tenuta in onore del maestro e compagno di innumerevoli serate Andrea Mi, per ricordarlo insieme.

Ha suonato in Italia e all’estero toccando palchi come Elettrowave, Eurosonic Festival di Groningen e Elita. Oggi ci presenta i 5 dischi che rimangono per lui una parte fondamentale della sua vita e del suo percorso musicale.

#5VE_R!
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Fabio Meini 5ve records

Fabio Meini

5 dischi che hanno cambiato la storia delle sonorizzazioni e della musica da film!

In questo quarto appuntamento con #5ve_R! vi presentiamo 5 dischi che hanno segnato il passo nella storia della musica italiana e non solo. Parliamo di sonorizzazioni e colonne sonore e lo facciamo con un’artista poliedrico, per noi un’autorità sul genere.

Fabio Meini è prima di tutto un appassionato di Cinema. Da lì nasce la sua spinta come ricercatore di musica da film e sonorizzazioni italiane. Ma è anche un abile scrittore e poeta. Inizia con la prosa in vernacolo per i Gatti Mezzi, suo il testo della famosa “Caciucco Blues”. Successivamente sforna quattro libri: “Novelle per bimbetti cattivi”, “Cacciucco Blues e altri versi in pisano”, “I vivi e i morti” con illustrazioni di Andrea Pioli e “Vattro (Gocce di Paura)” in collaborazione con l’artista pisana Daria Palotti. Ma non si ferma con la scrittura. La sua passione lo porta anche a recitare, una piccola parte nel film “Sogni di gloria” di John Snellinberg, e altre parti in videoclip dei Calibro 35 e Tommaso Tanzini.

In campo musicale dopo anni di dj set specializzato in musica degli anni 70, crea il progetto “Quando finisce la musica, spara!” insieme a VJ Giordz dando vita ad un vj-set cinematico sonorizzato in vinile.

#5VE_R!
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Tommy Wallwork 5ve records

Wallwork

Wallwork, 5 per andare sul sicuro e buttare giù tutto!

Terzo appuntamento con #5ve_R! Una bussola preziosa per orientarsi nel mare della musica. Oggi scopriamo i 5 dischi preferiti di uno dei nomi più promettenti della scena elettronica/dance UK, parliamo di Tommy Wallwork. Avete capito bene, parliamo di una delle menti creative dietro a Nervous Horizon – label di punta della dance made in London – un nostro caro amico, per metà Pisano, per metà Inglese.

La sua e quella dei suoi compagn* d’avventura (TSVI, Locane, RzR, Luru and many others!) è una storia, dalle origini Italiana, anzi tutta Toscana, meritata e sudata fino all’ultima goccia; il suono è quello del mondo come giustamente scrive anche Damir Ivic in un recente articolo su Soundwall dove ci racconta nel dettaglio il successo di Tommaso e di Nervous Horizon (Label del mese su RA!). Siamo pertanto felici di potervi raccontare i 5 dischi che Tommy custodisce nella sua valigetta, un tesoro utile davanti alle folle danzanti nei migliori warehouse londinesi ma anche davanti alle folle composte della Boiler Room e speriamo presto di poterlo riavere a Pisa e magari di condividere qualche serata con lui! Godiamoci questa nuova avventura con #5ve r!

#5VE_R!
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Presentazione Mondo Techno di Andrea Benedetti, presso SanAntonio42 (Pisa) Factory Asks

Andrea Benedetti

La ricerca invisibile ma necessaria come l’acqua

Grazie alla presentazione a Pisa presso Sanatonio42 del suo ultimo libro – Mondo Techno – intervistiamo per Factory Asks un importante ricercatore musicale e Dj Italiano, Andrea Benedetti. Andrea – nato a Roma – è uno di quei pionieri della cultura e musica underground nel nostro paese. Il suo è uno “state of mind” piuttosto che un genere preciso, una forma espressiva o un determinata “scena”. Il suo libro “Mondo Techno” è una pietra miliare per chi cerca di orientarsi sulla genesi e sviluppo del fenomeno Techno nel mondo.

Per chi vuole approfondire la storia di Andrea e di “Mondo Techno”, consigliamo questo articolo di Damir Ivic su SoundWall. Mentre riportiamo di seguito l’intervista che Andrea ci ha rilasciato per Factory Asks.

Come hai intrapreso questo percorso artistico?

A distanza di tanto tempo, posso dire che l’ho fatto per colmare un buco affettivo e per esprimere quello che non riuscivo ad esprimere a parole. La musica era l’espressione del mio inconscio e credo lo sia ancora.

A chi o cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

Hanno due visioni: una interiore e cioè l’espressione di ciò che provo in quel determinato momento e una rivolta verso il futuro cercando di esprimere il massimo rapporto fra umanità e tecnologia.

In quanto “artista” qual’è la tua massima aspirazione?

Cercare di trasmettere le emozioni che provo tramite la musica e condividerle con altri.

Per un ricercatore musicale profondo ed eclettico come te, c’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

A volte sono molto introverso e malinconico, mentre a volte sono molto carico e con voglia di fare festa. Da qui il mio amore per l’ambient e per le atmosfere rarefatte ed ipnotiche d allo stesso tempo per il funk, i bassi, la dinamica, il ritmo puro. Per cui è difficile trovare un minimo comune denominatore. Forse direi una voglia di non equilibrio per bilanciare quello mio caratteriale che invece è piuttosto tranquillo apparentemente.

Che cosa vuol dire underground per te?
Mondo Techno

Oggi come oggi poco perché è tutto talmente frastagliato che magari un’artista che ha un contratto con una major vende meno di uno di un’etichetta apparentemente più piccola. E poi ormai il successo non si determina più in copie fisiche vendute, ma nella capacità di sfondare il muro delle molteplici uscite quotidiane per cui magari una come Sophie, che è fondamentalmente underground alla fine è molto conosciuta anche in ambito pop. Credo sia invece importante mettere in risalto la parola ‘libertà’ e cioè la capacità di essere sempre te stesso in qualsiasi ambiente produttivo ti muovi.

Nel tempo che stiamo vivendo cosa dovrebbero fare le nuove generazioni?

Fare gruppo e formare delle squadre di lavoro in cui ci siano persone preparate sia nel campo della produzione musicale che del marketing. Saper comunicare oggi è importante tanto quanto produrre bene. E non detto che si debba comunicare in modo becero per forza, come non è detto che si debba produrre in modo becero per forza. Bisogna essere originali e creativi in entrambi i campi e lavorare assieme per uno scopo comune.

Credi che possiamo rivivere in qualche maniera l’onda che descrivi benissimo nel tuo libro “Mondo Techno” che ha caratterizzato il finire degli anni 80?

Non lo so. Quel periodo era legato allo stupore delle nuove tecnologie ed a musiche assolutamente innovative come electro, house e techno. Oggi c’è molta delusione ed amarezza in giro per il tradimento di quella possibile rivoluzione oppure c’è rassegnazione ed abbandono al flusso che ci circonda, ma bisogna invece sapere usare le nuove tecnologie e trovare la forza di essere ancora una volta rivoluzionari, senza far riferimento al passato, ma partendo dalle piccole cose e da ciò che ci circonda vicino a noi. Iniziare dal tessuto urbano in cui viviamo. Poi il cambiamento si diffonde. Abbiamo tutto il mondo a disposizione con un click e ci sentiamo inutili se non riusciamo a sfondare, ma se diventiamo forti e credibili nel nostro territorio saremo di esempio per altri e sarà tipo una piccola grande valanga.

Una piccola curiosità che cosa intendi per tradimento di quella possibile rivoluzione, chi ha tradito e cosa è stato tradito?

Il tradimento del futuro. Quelli della mia generazione anche qualcuno dopo, hanno veramente pensato che la tecnologia potesse essere un tool rivoluzionario, ma in realtà ci si è in parte ritorto contro con l’eccesso di informazioni (l’information overload teorizzata da Alvin Tofler su ‘Future Shock’) e la nostra incapacità a gestirle con conseguente diffusione di cinismo, narcisismo e carenza empatica. L’opposto di quello che volevamo negli anni ‘90.

Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? E che ruolo possono avere i piccoli gruppi e le associazioni come la nostra, molto legate al proprio territorio e alla comunità di riferimento, che si muovono nel sottobosco di molte provincie e periferie italiane tra sopravvivenza, contro-cultura e ricerca di una scena?

E’ la giusta via come ho scritto prima. Bisogna solo tenere a bada l’ego e imparare dagli errori del passato recente.

Grazie per la tua disponibilità e la bella chiacchierata Andrea, a presto!

Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista
Links:

Mixcloud


Edited by Daniele V. One of the founders of the PUM – Pisa Underground Movement. Devoted to electronic music and its cultural background. I started writing to accomplish the need to tell what’s going on and track change about our activities, and I found new energies and interests.)

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