Teresa Basili Factory Asks

Teresa Basili

Il “Make-up”, una nuova forma espressiva

Una giovanissima make-up artist, Teresa. Nasce il 12 novembre del 1990. Inizia a studiare musica da parecchio piccina con il pianoforte. Tra amore e odio iniziali riesce a farselo amico fino ai 20 anni, lasciandolo poi per trasferirsi a Milano dopo aver frequentato il Liceo Artistico Musicale di Lucca, per iniziare gli studi di scenografia all’Accademia di Belle Arti a Brera. Dopo la laurea intraprende quello che sarà il suo futuro da make-up artist alla scuola di trucco BCM di Milano.

01. Come hai intrapreso il percorso artistico del make-up?

Fin da piccina mi dilettavo a colorare la faccia di mio fratello con le matite acquerellabili bagnate sputandoci su, ma finiva sempre a schiaffi. Ho iniziato frequentando il corso di scenografia all’accademia di Milano. Un giorno dall’aula accanto alla mia spunta una donna che aveva i capelli come Doc di Ritorno al Futuro, era un’insegnante. Chiese se ci fosse qualcuno disponibile a fare da modello per un ragazzo che doveva realizzare un trucco teatrale… : “vengo io!”. Così mi sono fatta impiastricciare la faccia e mi sono innamorata per la prima volta nella vita. Quando ho iniziato la scuola per truccatori ho incontrato di nuovo la donna con i capelli di Doc, è stata la mia insegnante di effetti speciali. Ho iniziato così.

TERESA BASILI make-up
Foto: Nicol P. Claroni
02. A chi o cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

Tutto. Qualsiasi cosa io veda, senta, tocchi o ascolti. Sono molto curiosa, questo mi aiuta. Quando lavoro per commissioni, che siano film o spettacoli teatrali, faccio mille ricerche per capire cosa vogliono e come arrivare al progetto finito. Quando lavoro per i miei progetti di make-up personali faccio la stessa cosa ma sentendomi molto più libera. Do sfogo a quello che penso perché è il mio progetto e posso scegliere ciò che voglio, dire e trasmettere cose molto più personali.

03. In quanto “artista” qual è la tua massima aspirazione?

Poter riuscire a creare, esprimere attraverso corpo e colori in totale libertà. E allo stesso tempo trasmettere sensazioni, di qualsiasi genere, agli altri.

TERESA BASILI make-up
Foto: Nicol P. Claroni
04. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

Credo di si, nei miei progetti esiste sempre un tema che è quello del doppio. della specularità, bianco e nero. E bianco e nero siamo noi, un dualismo di cui non ci libereremo mai.

05. Che cosa vuol dire underground per te?

Underground è la creatività che non viene trasmessa attraverso i normali canali commerciali, è sperimentazione libera da ogni vincolo imposto.

Concept Foto di Nicol P. Claroni, Make up di Teresa Basili

Grazie Teresa per la tua disponibilità e la bella chiacchierata, a presto!

Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista
Links:

Sito Web di Teresa Basili


Edited by Roberta Ada Cherrycola www.instagram.com/ada.cherrycola

    ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

    Riceverai contenuti extra, aggiornamenti su eventi, informazioni su artisti e sulle prossime release


    Factory Asks

    FACTORY ASKS 0007: BEATRICE LA VISIONARIA

     

    IMG_9227-2IMG_9377-2

    Nome Artista 0007: Beatrice La Visionaria

    BIO

    Per tutti sono Beatrice La Visionaria. Nata a Lucca, giovedì 13 marzo del 1986 alle 13:56 in una splendida giornata di pioggia. Dopo un po’ di candeline spente sono arrivata all’Istituto d’Arte “A. Passaglia”- finalmente! Da lì in poi ho scarabocchiato, disegnato e dipinto su tutto quello che mi è capitato tra le mani. Sebbene abbia avuto l’occasione di partecipare a diverse mostre personali, è in mezzo agli altri, nella condivisione, che amo lavorare; che sia durante un live o un dj-set, partendo da una tela bianca, seguo la musica e vado con lei. Il resto di me lo trovate nei miei lavori.

    01. Come hai intrapreso questo percorso artistico?

    Mi chiamo Beatrice. Ho cominciato a parlare a tre anni e chiaccherare non è mai stato il mio forte. Se un estraneo mi rivolgeva parola rispondevo sì, no, non so. E se insisteva rispondevo quello che voleva sentirsi dire. Le cose una volta pensate, che bisogno c’è di dirle? Come disse di me ai miei uno psicologo: “La bambina ha il sé grandioso.” Ci vollero un paio di anni alle elementari per capire che dovevo comportarmi come tutti gli altri. Il segreto era di confondersi come una sardina in un banco di sardine. Ora nessuno mi rompeva più. La mosca era riuscita a fotterli tutti. Perfettamente integrata nella società di vespe. Credevano che io fossi una di loro. Una giusta. Ma più inscenavo questa farsa e più mi sentivo diversa. Da sola ero felice con gli altri dovevo recitare. Questa cosa mi impauriva. Avrei dovuto imitarli per il resto della vita? Niente di male, sempre che non ci sia niente di male a smettere di fare quello che si vuole per essere accettati nel vespaio.

    IMG_938902. A chi o cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

    Immortalo i sentimenti del personaggio femminile che ho creato, La Visionaria, che poi sarebbe mia madre che muta e cambia nei dettagli,        ma gli stati d’animo che dipingo sono i suoi. La predilezione dell’universo femminile è sicuramente la caratteristica dei miei lavori.

    03. In quanto “artista” qual è la tua massima aspirazione?

    Riuscire a trasmettere con i miei lavori ciò che con le parole non so spiegare.

    04. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

    La Visionaria con i suoi sentimenti, le sue passioni e le sue paure.IMG_9382

    05. Che cosa vuol dire underground per te?

    Produrre fuori dagli schemi tradizionali e commerciali.

     

     

     

    | The Factory | Beatrice La Visionaria |

    “Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista.”


    Questo slideshow richiede JavaScript.

    IMG_9186


     

    IMG_9335

     

    IMG_9371

    | FOTO&CONCEPT BY NICOL P. |

     

    Factory Asks

    FACTORY ASKS 0006: LIIA AHOLA

    .

    1620509_10202965927418971_1080801630_n

    Artist’s Name 0006: Liia Ahola

    BIO

    I was born in Finland in a family with quite artistic roots. My mother is some sort of poet, my mother’s mother crafts little clay things and my father’s father was a painter. Maybe it’s the genes, maybe the environment or perhaps some coincidence that supported my drawing hobby. However, at the beginning it was just my childish natural interest towards creating, so it’s really hard to say that at what point it turned out to be “my thing”.

    01. How did your artistic career begin?

    I used to go to an art club before teenage years. After that I decided to specialise in visual arts and design in my upper secondary school (in Finnish school system). There I studied 26 art and design courses, and I learned the basics of different techniques and theories. Though I would say that my artistic career really started after graduating. It was the beginning of the beginning. I started looking for my own voice, and I’m still on that way.

    12084850_982634965131615_1170144426_o02. What is you work mainly inspired by?

    For me making arts is sort of a way to talk with my soul, a way to face myself. And it’s more like a place to go rather than a thing to do. I go there whenever I lose myself in either the mysteries of life, or daydreams, love or pain. Human nature and feelings are an endless source of inspiration for me. Also, the people that I love inspire me. And animals. And nature. And the universe itself. Existence of everything. 

     

    03. As an artist what is your maximum aspiration?

    Well, so far each time someone wants to have my drawings or paintings on his/her wall my heart warms up. Making art feels meaningful when it gives joy to other people (and to me as well). It would also be cool to have my artworks in places where people could see them. In galleries, bars or some other suitable location. Even though, my highest aspiration at the moment is to be able to create, to enjoy and to give joy to other poeple as much as possible. It would also be very cool to collaborate with other artists, make some performances or collaborative paintings, maybe also some videos.

    04. Is there a characterising message related to your work?

    Not really. Often the message of my artworks is posive, or it’s about something that you need to think twice in order to understand, or even interest towards some phenomenon. Sometime it could be a bad joke that nobody understands. But not really.

    05. What does underground mean to you?

    I see underground art simply as something that has been done from desire of making it. From desire of saying something aloud or expressing oneself. Pure art without other things influencing it.


    12116389_982638081797970_1971035389_o

     

     

    12076550_982638031797975_2063338482_o

    VERSIONE ITA :

    BIO

    Sono nata in Finlandia in una famiglia dalle radici artistiche. Mia madre è una specie di poeta, mia nonna produce prodotti artigianali di argilla e mio nonno era un pittore. La mia passione per il disegno, forse viene dai geni, forse dall’ambiente in cui sono cresciuta, o forse è solo una strana coincidenza.

    01. Come hai intrapreso questo percorso artistico?

    Prima dell’adolescenza frequentavo un corso d’arte. Dopodiché al liceo ho deciso di specializzarmi in arti grafiche e design nella mia scuola secondaria (sistema scolastico finlandese). Lì ho seguito 26 diversi classi di design e arti visuali e grafiche e ho imparato i fondamenti delle diverse tecniche e teorie. Il mio percorso artistico però è iniziato davvero solo dopo che mi sono laureata.

     

    12124289_982634911798287_976687530_o

    02. A chi o a cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

    Per me fare arte è un modo per comunicare con la mia anima, per confrontarmi con me stessa. Ed è più un posto in cui vado piuttosto che una cosa che faccio. Ci vado ogni volta che mi perdo nei misteri della vita, dell’amore, del dolore, o quando sogno ad occhi aperti. La natura umana e i sentimenti sono un’ infinita fonte di ispirazione per me. Anche le persone che amo mi ispirano. E gli animali. E la natura. E l’universo stesso. L’esistenza del tutto.

    03. In quanto “artista” qual è la tua massima aspirazione?

    Ogni volta che qualcuno vuole avere i miei disegni sulla sua parete mi si scalda il cuore. Fare arte ha senso quando dà gioia alle persone (e anche a me). Mi piacerebbe anche che i miei lavori fossero esposti in luoghi in cui la gente li può ammirare. Gallerie, bar o altri posti adatti. Però la mia più grande aspirazione al momento è essere in grado di creare, divertirmi e dare gioia alle persone il più possibile. Mi piacerebbe molto anche collaborare con altri artisti, creare performance, dipinti condivisi e anche video magari.

    04. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

    In realtà no. Spesso il messaggio dei miei lavori è positivo o riguarda qualcosa su cui devi riflettere bene prima di capire o l’interesse verso un particolare fenomeno. O qualche volta è una battuta che nessuno capisce.

    05. Che cosa vuol dire underground per te?

    Per me arte undeground identifica qualcosa che è nato dal desiderio di creare, di dire qualcosa ad alta voce o di esprimersi. Arte pura, senza influenze esterne.

     

    | The Factory | Liia Ahola |

    12076464_982634795131632_1566000223_o

    “Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista.” 

    Factory Asks

    FACTORY ASKS 0004 : MARTINA RIDONDELLI

    Autoritratti, Photo by Martina Ridondelli
    Bianca Garzella Photo by Martina Ridondelli, M.U.A. Isabella Biagini

    Nome artista 0004 : Martina Ridondelli

    BIO

    Nata a Pisa, diplomata all’istituto d’arte con indirizzo di “architettura e arredo” decide di approfondire la sua passione per la fotografia trasferendosi a Milano e studiando presso l’Istituto Italiano di Fotografia. Si specializza in ritrattistica e in fotografia di concerti, lavorando in buona parte nel settore musicale. Essendo la musica un’altra sua forte passione, incomincia a fare foto promozionali, artwork e a collaborare in modo sempre più diretto con i musicisti. Nel corso degli anni, approfondisce progetti personali che espone in diverse città italiane. Attualmente sviluppa i suoi lavori sia in interno, presso il suo studio, sia in esterno.

    01. Come hai intrapreso questo percorso artistico?

    Ho incominciato a far fotografie grazie a mio padre che mi regalò la prima macchina fotografica intorno ai 9 anni e posso dire che da lì è incominciato tutto.

    02. A chi o a cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

    A tutti e a nessuno o a tutto e a niente. Mi piace osservare ma non ho un riferimento ben preciso e molto spesso le influenze e le ispirazioni cambiano di mese in mese.

    03. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

    Cuore e stomaco.

    04. Che cosa vuol dire Underground per te?

    Underground è qualcosa di bello ma strano perchè sembra parlare sottovoce ma urla più forte delle realtà della cultura di massa. Il concetto di “underground” in questo periodo storico di confusione estetica e concettuale assume tante forme. E’ tutto un grosso calderone dove difficilmente si riconosce cosa ci sia dentro.

     

    |  The Factory  | Martina Ridondelli  |

    “Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista”

     

    Autoritratti, Photo by Martina Ridondelli
    Giorgio Canali Photo by Martina Ridondelli

    Factory Asks

    FACTORY ASKS 0003 : BEATRICE TACCOGNA

    foto di Nicol P.
    foto di Nicol P.

    Nome artista 0003: Beatrice Taccogna

    BIO

    Nata a Pontedera il 4 febbraio del 1992 vive a Cascina (Pisa) dove ha studiato all’Istituto d’arte conseguendo diploma in scenografia teatrale. Attualmente frequenta il terzo anno di pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Sin da bambina dimostra interesse verso il disegno e la pittura. Protagoniste dei suoi quadri sono spesso le donne che una volta dipinte diventano autoritratti introspettivi. Vede la pittura come un momento di evasione dalla vita quotidiana e cerca, attraverso le sue opere, di succitare nell’animo di chi le guarda, sensazioni che solo l’arte sa provocare.

    01. Come hai intrapreso questo percorso artistico?

    Non ricordo cosa in particolare mi abbia spinto verso l’Arte, ma fin da piccola disegno e dipingo, mio nonno lo faceva e come lui mio padre,credo si una sorta di “eredità artistica” arrivata fino a me .

    02. A chi o a cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

    Amo Frida Kahlo, come artista e persona.La sua vita mi ha ispirata molto, non una cosa di lei o un quadro, ma l’insieme delle sue opere che raccontano una storia tormentata quanto piena di emozioni che mi ha colpita e mi ha ispirata tantissimo verso il tipo di arte che faccio oggi

    03. In quanto artista qual è la tua massima aspirazione?

    La mia massima aspirazione è quella di poter viaggiare e, anche se può sembrare un utopia visti i tempi, vivere della mia arte e magari creare spazi che diano possibilità a giovani artisti come me di potersi esprimere e farsi conoscere.

    04. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

    Quando dipingo ricordo a me stessa che ci sono e che l’Arte è qualcosa che nessuno potrà mai togliermi o contestarmi. Non c’è un messaggio in particolare che voglio comunicare, forse egoisticamente le mie opere parlano solo di me, un momento tutto mio nel quale però possono identificarsi altre persone apprezzando i miei lavori. Non credo si debba percorsa cercare o imporsi un messaggio sociale legato all’arte o almeno non sempre, si può anche fare arte per il piacere di farla.

    05. Che cosa vuol dire Underground per te?

    Underground è un termine molto complesso e spesso dimenticato, underground non significa solo “alternativo” come spesso viene sintetizzato questo concetto.per me significa indipendenza e voglia di innovazione rispetto alle “tradizioni” artistiche, culturali e sociali.

    |  The Factory  |  Beatrice Taccogna  |

    “Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista”

    foto di Nicol P. (Summer Carnival Opening Party, Maggio 2014)