Break the Wall

Gab.Gato

Il punto fermo sta nella collettività

Nello stendere questa nuova intervista ci siamo lasciati andare alla riflessione su cosa sia per noi la collettività, o l’importanza per noi dell’essere collettivo. Alcune parole, concise tra l’altro, di Gab Gato, un grafico, un illustratore, un’artista e produttore discografico – fondatore di “The Villains Inc. Records” – devoto al sound detroit, electro e techno, un nerd di strada, ci hanno smosso da dentro..

Montale diceva che “il punto fermo è un tutto nientificato“, che richiama per noi il concetto di qualcosa che prima era forte, era un “tutto” appunto ma che poi “è stato”, o da solo si è indebolito, appunto, un tutto che oggi ha perso il senso.

E se fosse andata proprio così? ciò che spingeva infondo le persone ha far parte di una scena musicale, culturale, etc. piuttosto che un’altra era proprio un senso di collettività. Senso che oggi è andato perduto. È noi siamo tutti sassolini in una cronologia di ricerche impazzite. Siamo schegge di una realtà sempre più virtuale e sempre meno attuata. Parte di un tutto nientificato.

Come abbiamo fatto nelle puntate precedenti anche oggi – mantenendo il parallelismo di oggi con Eugenio Montale – siamo alla ricerca di un “mastice che tenga insieme questi quattro sassi”, di un collante che ci aiuti a ricomporre il senso di collettività perduto nella club culture, che sapete essere per noi un qualcosa di più ampio e trasversale che trascende il singolo club o quella che in Italia tutti conosciamo come “discoteca”.

Oggi vi presentiamo quindi un altro importante e prezioso tassello. Ringraziamo Gab Gato per il suo tempo e la sua disponibilità e vi lasciamo a questo nuovo capitolo di Break the Wall!

Benvenuto Gab! Rompiamo il ghiaccio con una domanda di rito. Quale musica elettronica ti rappresenta?

Come artista prevalentemente il sound di Detroit, soprattutto Electro e Techno.

Quando è iniziato questo tuo amore?

E’ iniziato a metà degli anni ’80 quando andavo a ballare agli afroraduni, nelle discoteche venete e romagnole, mentre si facevano spazio l’Electro Oldschool e la prima Elettronica … e poi ho conosciuto Detroit.

Cosa ne pensi della Club Culture nella tua città e oltre?

A Milano è stata varia e vivace fino alla fine dei ’90, poi il nulla per quasi 10 anni. Poi una nuova generazione ha dato nuova energia che è durata fino all’inizio della pandemia.

Quali sono le principali criticità?

Il sistema è la criticità, per dirla come nel film Paz durante l’assemblea del collettivo: ”la Felicità è sovversiva quando si collettivizza!”

Cosa possiamo fare per migliorare l’attuale Club Culture?

Premesso che il problema è culturale nel senso più ampio del termine, si può solo continuare a fare le cose con passione, mettendoci impegno e serietà e aggiungerei onestà, cercando di lavorare con la gente giusta.

E quali sono i pro (e i contro)?

Pro: E’ molto più facile, rispetto al passato, fare serate di qualità e con grande varietà di artisti internazionali e non. Contro: In Italia capita ancora di avere a che fare con organizzazioni poco trasparenti e professionali, anche a causa di una visione bigotta e distorta del frequentatore della ‘Discoteca’, generalmente un ragazzino o un drogato o comunque un losco individuo …

Quali sono gli aspetti positivi del fare musica al giorno d’oggi?

Solo il Networking.

Quali sono le sensazioni che hai verso il tuo ultimo EP / album?

La prossima uscita sarà un EP di remix fatti da artisti che stimo parecchio, quindi mi sento onorato e fiero di produrlo!

Grazie Gab per la tua disponibilità e impegno! Speriamo di condividere presto una consolle insieme!

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Dj Darius

Edited by Dj Darius, one of the founders of the PUM. Devoted to Art & Detroit Techno, enabling factors for sociality, culture, and community.

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