club cultura News and Events

Alziamo il volume per una nuova Cultura del Club

La visione è chiara e l’intensità con cui agire pure, diamo spazio a nuove azioni

In questo periodo – per tutti – molto difficile cerchiamo di dare un nuovo slancio all’azione. Come artisti, musicisti e operatori culturali sentiamo il bisogno di alzare la testa e la voce su “nuove” traiettorie di sviluppo. Percorsi che nel nostro piccolo abbiamo in realtà già – da tempo – intrapreso.

Un breve manifesto

In tutte le attività sviluppate in questi anni come PUM, così come nei progetti più specifici, e in quelli in corso come Club Cultura, abbiamo sempre portato avanti l’idea di una possibile grande community.

Accostando ideali di resistenza e di cambiamento all’azione concreta; al “do it yourself”, abbiamo alimentato una visione politica che ci vede tutti assieme: l’artista, gli appassionati, il pubblico, i cittadini e tutti coloro che sognano un ulteriore sviluppo culturale della nostra società. Un percorso fuori dai palazzi, così come dalle assemblee che strumentalizzano questi sentimenti, ma nella ricerca – attraverso il fare – di una maggiore sostenibilità.

In questa nostra visione di lungo periodo, l’Arte e relazioni umane sono finalmente al centro del sistema. Non sono concepite alla stregua di un piccolo e colorato satellite o di un’altra mera attività con cui alimentare il sistema di mercato. Così la musica continua a nascere anche da un impegno profondo che gli attori dedicano alla community, diviene un atto politico orientato al cambiamento.

Ma cosa vorremmo cambiare?

Oggi solleviamo la voce. Per recuperare quegli elementi preziosi della cultura club che spingevano le persone ad aggregarsi attorno alla musica. Quelle energie primordiali che spingevano verso una maggiore socialità, portando cambiamenti culturali attraverso nuovi linguaggi. In altre parole, alla creazione di comunità. Nuovamente – ci lanciamo contro l’individualismo galoppante e alla società del throw-away, la cultura dello zapping estremo e del rimpiazzo con alternative sempre meno care.

Così alziamo la voce per richiamare l’attenzione di tutti verso il bisogno di incontrarsi – in luoghi fisici e non solo virtuali. Per condividere esperienze e per ascoltare nuova musica.

Oggi guardiamo al futuro con occhi sognanti, tenendo vivo il ricordo di quel brivido che ti percorre dentro quando realizzi di:

essere parte di un insieme di persone che condivide cruciali fili dell’anima. Quel così detto – fiume di persone – di cui fai parte quando sei a un concerto e smetti di sentirti goccia, ma ti senti fiume

(outro t-mag issue n.7 – PERSONA)
cc
Copyright PUM Factory
Club Cultura lancia: la Cultura del Club, un appuntamento costante con l’ascolto e con il mistero della scoperta.

Fuori dal sistema delle scelte infinite che attraverso la rete alimenta ancora di più la cultura dell’individualismo. Fuori dello zapping estremo, ma sopratutto dalla spirale dei bisogni non-essenziali!

Quei bisogni che alimentano il desiderio di personalizzare la personalizzazione delle capacità di progettare il proprio “hamburger” per la quale ciascuno può essere un Dj. Ciascuno può essere un musicista, un ballerino, un performer, un organizzatore di eventi. E ancora, un tecnico luci, un barman e un funzionario della SIAE e allo stesso tempo tutto e il contrario di tutto.

Non critichiamo qui la maggiore accessibilità o la maggiore possibilità di realizzare i propri sogni – che è un bene. Ce la prendiamo con la costante spinta verso l’insoddisfazione. Uno stato necessario per alimentare i consumi spinto dal sistema a nostro danno. Uno stato che si attiva nel momento in cui scendiamo a patti nella ricerca di una personalizzazione estrema del proprio sè. Nel momento in cui ci perdiamo quella bellissima possibilità di far parte di un fiume, isolati e costantemente insoddisfatti. Non troviamo il nostro spazio, ci abbandoniamo al mercato e alle sue logiche.

cc
Copyright CC Music is the Answer
Un percorso sonoro per valorizzare la relazione fra ascolto, pubblico e Dj

Lanciamo così un progetto per tornare a popolare il Club, con la voglia di ascoltare musica prima di tutto, di scoprire novità, di portare innovazioni culturali e sociali.

#CC propone un nuovo percorso musicale e di night life. Un progetto che darà spazio a diversi artisti e Djs. Chiederemo a ciascuno di loro di preparare un viaggio musicale di almeno due ore, un cross-over di musica elettronica per portare l’ascoltatore in altre dimensioni, verso altri lidi e magari riscoprire l’energia alla base della vita notturna.

Come parte di questo fiume che è in costante evoluzione e cambiamento, ci teniamo a sottolineare che si tratta di un percorso nuovo.

Incentrato sull’ascolto guidato/sul percorso sonoro in quanto:

  • sviluppato proprio in un club come il Caracol Pisa che già godendo di un buon punto d’ascolto ha recentemente deciso di investire ancora di più sull’acustica delle pareti offrendo così una sala unica nel suo genere;
  • visti i tempi bui che stiamo vivendo con il COVID-19 lo spazio è stato pensato per trasformare il dance-floor in uno spazio d’ascolto e conversazione in totale sicurezza e nel rispetto della normativa vigente;
  • guidato dall’esperienza e abilità e passione dei Djs che vi guideranno durante il percorso, aumentando l’esperienza con il loro tocco, “facilitando il passaggio da un quadro a quello successivo“.

Abbiamo pensato ad un approccio diverso che parte dalla valorizzazione del lavoro, del mestiere del Dj e della sua sensibilità. Tutti aspetti fondamentali in una comunità sana, che riconosce il valore del tempo, dell’impegno e delle relazioni.

Non potranno mai gli algoritmi….le piattaforme e l’operare della rete sostituirsi al rapporto tra chi sceglie un disco e chi ascoltandolo entra in contatto con quell’emozione. Un’emozione nata e terminata in quello stesso momento, unica e irripetibile esperienza.

Su questa immagine cercheremo di costruire una storia nuova. Se in passato abbiamo cercato in tutte le occasioni di trasmettere il valore del gruppo, dell’alternarsi in console o del suonare assieme contro ogni forma di individualismo ed egocentrismo. Oggi in lotta sempre contro questi vecchi nemici poniamo invece l’accento – razionando le energie – sulla profondità della materia musicale e la sua dinamica.

Con la Cultura vorrei

Ecco con la Cultura del Club vogliamo riportare su uno stesso piano la dimensione del sogno e dell’ascolto. Vogliamo lanciare un nuovo modello di serata per stare insieme. Quindi mai più soli e isolati davanti ad un terminale, uno schermo, un “dispositivo cheap” per ascoltare musica. Vi aspettiamo in luogo disegnato acusticamente per offrire la migliore esperienza in zona, con artisti pronti a guidarvi in un fiume in piena e in compagnia di chi ama la musica a tal punto da metterla al centro del suo mondo.

Certo….sicuri e distanziati, almeno fino a che ce ne sarà bisogno. Con la Cultura del Club vogliamo provare a cambiare le regole del gioco ed invertire il mood del dancefloor…dal ballo-sballo all’ascolto attivo, alla conversazione, allo scambio di conoscenza attraverso il viaggio sonoro.

Con la cultura del Club lanciamo la nostra azione politica, per valorizzare le nuove forme della musica elettronica, attraverso dei dj set di ricerca sonora verso le ultime tendenze e le sperimentazioni più interessanti del momento.


Links

Evento facebook qui


Edited by Daniele V. One of the founders of the PUM – Pisa Underground Movement. Devoted to electronic music and its cultural background. I started writing to accomplish the need to tell what’s going on and track change about our activities, and I found new energies and interests.

    JOIN OUR NEWSLETTER

    You’ll receive new inspiration and motivation, shared lessons, special contents, bonus releases, event updates, and exclusive offers. You can opt-out at any time.


    5ve records

    Clap! Clap!

    Clap! Clap! i 5 dischi che hanno cambiato la mia vita

    Inizia oggi questa nuova e bella avventura: #5ve_R!, un piccolo diario di bordo. Una bussola molto preziosa che vi aiuterà a fuggire dal rumore di fondo per recuperare un pò di tempo con la parte più profonda dell’ascolto musicale, quei dischi che vi hanno emozionato sin da subito e che porterete sempre con voi. Rompiamo gli indugi e siamo molto orgogliosi di lanciare questa nuova rubrica con uno dei più influenti esponenti a livello mondiale delle nuove sonorità afro-elettroniche, uno dei più genuini ed interessanti artisti/produttori toscani di musica elettronica, Cristiano Crisci aka Clap! Clap! che ringraziamo di cuore per la sua grande disponibilità e passione assieme alla nostra inviata Rozz Ella per questa perla per #5ve r!. Read more “Clap! Clap!”

    Break the Wall

    Andrea Mi

    “Andrea Mi e il ritorno alla genesi”

    In questo primo episodio di Break the Wall, come ci suggerisce il titolo, cominceremo a rompere quel “wall of sound” che oggi si erge dietro ai più comuni generi DANCE (Techno, House, Bass, Indie Dance) per recuperare quelle matrici lontane dal mainstream e quell’idea di movimento e di cultura che in quasi tutte le parti del mondo continuano a definire uno State of Mind.

    Ci lanciamo così nel tentativo di rimettere assieme, con molta pazienza, i diversi pezzi di un puzzle scombinato ma che continua ad esprimere un immenso valore per la nostra società contemporanea. Se la musica è un linguaggio universale, musica + danza rappresenta una forma di libertà e di espressione irrinunciabile, la nostra “Club Cultura – CC”

    Break the Wall Manifesto

    Sulla scia dell’esperimento “Club Cultura” in corso nei locali di Via Carlo Cattaneo Pisa – “il Caracol” – dove da mesi ha preso vita un nuovo progetto di night-life inclusiva, aperta alle nuove tendenze, accessibile (gratuita) e modulare, creiamo un continuum esperenziale amplificandolo con contenuti di diversa natura all’interno di questa nuova rubrica.

    La musica sarà al centro di questo progetto per chi ama ballare, chi ha la curiosità di scoprire nuove tendenze musicali e soprattutto per chi vuole sentirsi parte di una comunità. Proporremo una peculiare visione che mette a sistema musica, architettura, design, arti grafiche in senso lato, con l’esplicita intenzione di abbattere ogni steccato “artistico”, immergendo lo spettatore in una “bolla” di stimolante creatività.

    Nasce break the wall.
    Andrea e la genesi, passato e futuro della CC
    Copyright Andrea Mi

    Andrea per tutti noi è stato un maestro, un amico e un compagno d’avventura. Uno dei Djs, artisti, conduttore radiofonico (Controradio) e produttore di musica elettronica (Ooh sounds) di maggiore rilievo in Italia

    Il 14 Febbraio 2020 abbiamo avuto il piacere e l’onore di poter ospitare una delle ultime serate di Andrea per “Club Cultura – Music is the Answer“. Nonostante quello che stava passando, sopratutto fisicamente, Andrea ci ha insegnato quanto il cuore e la passione possano spingerti oltre. Un faro nella notte durante la tempesta, fermo li con la sua luce grandiosa e il suo spessore ad illuminare il dance floor per i numerosi partecipanti.

    Prima della serata Andrea, con molto entusiasmo, ha partecipato anche all’intervista raccolta dalla nostra Dj Rozz Ella, per fare con lui un punto della situazione sulla CC e guardare assieme al futuro prossimo.

    Andrea Mi uno dei Djs, artisti, conduttore radiofonico (Controradio) e produttore di musica elettronica (Ooh sounds) di maggiore rilievo qui in Toscana che per l’occasione abbiamo pensato di intervistare grazie alla nostra amica e resident Dj Rozz Ella, per fare con lui un punto della situazione sulla CC e guardare assieme al futuro prossimo.

    “Andrea Mi” nasce come dj radiofonico curando, dal 1993, trasmissioni e dj-set sull’emittente toscana Controradio e sulle frequenze nazionali di Popolare Network, dedicate principalmente ai nuovi suoni della scena elettronica internazionale. ‘Mixology‘ è il suo radioshow settimanale e l’omonimo podcast che vanta oltre 30.000 followers in 26 paesi del mondo. Scrive per Soundwall, DLSO, Sentireascoltare e RBMA. L’ispirazione per il suo suono muove dal dub e dai beat e si sposta verso nuove le contaminazioni elettroniche all’insegna dell’eclettismo: bass music e progressioni ritmiche di varia natura. Con Backwords ha fondato la label OOH Sounds dedicata ai suoni sperimentali. Negli anni ha fatto girare i dischi in molti club italiani e internazionali tra Spagna, Grecia, Albania, Kosovo, Inghilterra e Francia.

    È resident dj del Kode1 di Bari e della one night _Underpop al Tenax di Firenze, oltre che delle storiche Vibranite all’Auditorium Flog e degli appuntamenti Rooty da BUH! Firenze. Ha girato i dischi con artisti come Coldcut, Kode9, Daddy G, Tricky, Jazzanova, Soul Jazz Sound System, Lee Scratch Perry, ?uestlove, Cooly G, Mala, DaM-Funk, Kode9 e molti altri… Ama definire il suo suono “from dub to club”.

    Grazie alla nostra amica e Dj Rossella in arte Rozz Ella abbiamo raccolto da Andrea le seguenti risposte.

    In due righe cosa è per te la cc?
    Copyright Andrea Mi
    Un disco che la rappresenta?

    È un incredibile bagaglio di conoscenze, esperienze, storie, pratiche e visioni che costituiscono un vero e proprio patrimonio culturale, fondamentale per capire la contemporaneità. Poche altre figure, infatti, sono al centro del paesaggio culturale odierno come quella del DJ, dato che siamo diventati tutti semionauti, navigatori di segni, marinai in un mare di frammenti di senso, remixatori della realtà… Siamo quotidianamente chiamati a connettere concetti e input che ci arrivano dalle parti più disparate. E chi meglio di uno che ha sempre ricercato e mixato può farci capire come si fa? Per costruire quel patrimonio culturale, ora disponibile a tutti, è servito il lavoro (certosino, durissimo e spesso mal pagato) di migliaia di dj, digger, promoter, imprenditori, designer, musicisti… Per essere compresa e utile necessita di molto rispetto e di tanto studio.

    Un solo disco che rappresenti tutto questo? Davvero la più difficile delle domande visto che parliamo di una storia già molto lunga e articolata. Non voglio sottrarmi al gioco ma concedetemi un minimo di provocazione. Parto dal presupposto che dal mio punto di vista il concetto di Club Culture è in continua evoluzione, quindi l’ultima release è importante quanto la pietra miliare storica, anche se ancora non lo sappiamo. Ecco, per me un disco che la rappresenta molto bene è ‘Submerged’, l’ultimo EP di Om Unit, produttore inglese fondamentale che dopo essersi portato a casa qualche titolo DMC (il circuito mondiale più accreditato per i turntublist supertecnici) con il nome di Too Tall, da qualche anno sta dando un contributo fondamentale alla musica elettronica con un’etichetta, tante release e una straordinaria capacità innovativa.

    Le 6 tracce che compongono l’uscita sono altrettante sintesi dense, profonde, bellissime di stili e scuole che hanno strutturato la storia della Club Culture negli ultimi decenni: dalla jungle alla techno, dalla bass music ai ritmi house. Per procedere in avanti spediti, ogni tanto è fondamentale che qualcuno ci fornisca dei quadri di sintesi.

    Le persone frequentano sempre meno i club, molti chiudono anche in paesi ‘avanti’ come la Germania, cosa potremmo fare qui? Cosa manca? Cosa andrebbe cambiato?

    Le ragioni sono tante e le “mancanze” ancora di più. Qui sintetizzare troppo non aiuta. Bisogna analizzare. Allora mi permetto di suggerire qualche spunto. I club sono stati (e, per certi versi, sono ancora) luoghi fondamentali per l’emersione e la crescita di molte subculture. Zone temporaneamente autonome, come le avrebbe chiamate Hakim Bey, o eterotopie, a sentire Michel Foucault. Oltre agli eventi musicali, per i quali hanno costituito il laboratorio delle nuove tendenze, sono stati la cornice ideale per lo sviluppo delle arti performative e del design, di certa arte visiva e di molta moda. Uno spazio, al contempo, fisico e immateriale, partecipativo e democratico.

    Poi sono arrivati i Rave, quando ci siamo resi conto che certi club diventavano troppo legati a logiche commerciali. Successivamente i Festival

    Dei ‘Non Luoghi’ nel senso buono del termine, potrebbe notare qualcuno. I club hanno amplificato alcuni dei movimenti (anche sociali) e delle scuole di moda più radicali e creative, hanno generato un nuovo modo di intendere l’editoria di costume e società, hanno proficuamente intrecciato la propria storia con quella di tanti momenti fondamentali dell’arte più rivoluzionaria e fuori dagli schemi. E non si tratta solo di edonismo, anzi. A ben guardare, dalla mostra emerge una continuità forte quella tra i movimenti di emancipazione rivendicazione sociale e la scena club. Per tacere del fondamentale ruolo nell’evoluzione musicale. Fino a qualche tempo fa erano gli unici posti nei quali tutto questo avveniva. Poi sono arrivati i Rave, quando ci siamo resi conto che certi club diventavano troppo legati a logiche commerciali. Successivamente i Festival hanno creato delle nuove occasioni per fruire, in modi diversi, contenuti simili.

    Ad un certo punto è entrata in gioco, pesantemente, la rete e con lo streaming gratuito del dj set del tuo artista preferito in una cantina di Dubai ti ha tolto la voglia di alzare il culo dal divano per andarti a sentire come mixa il dj resident del tuo club sotto casa. Dopo ancora sono arrivate le piattaforme di virtual djing e i servizi attraverso i quali puoi pagare ‘on demand’ il tuo dj del cuore per suonare nel suo studio mentre tu lo balli nel tuo club preferito… La gentrificazione ha spopolato i centri delle nostre città, ha sottratto loro vita autentica e sputato fuori i club, troppo rumorosi e imprevedibili per i ricchi e vecchi nuovi abitanti che il capitalismo realista a messo a vivere lì.

    Saturi dell’eccessivo grado di finzione di tante esperienze virtuali, torneremo a scoprire il valore del sudore sulla nostra pelle

    Inoltre tanti proprietari di club e altrettanti direttori artistici hanno messo la logica del profitto davanti a tutto. Di conseguenza, nei loro spazi, gli impianti audio hanno cominciato a fare schifo, come i cocktail al bancone del bar, e soprattutto, i set dei resident che se facevano dell’ottima ricerca ma non portavano gente sparivano dalla busta paga molto velocemente.  È per tutte queste ragioni (e per molte altre) che il club non ha più la stessa pregnanza di prima. Non ce l’avrà più? Secondo me invece sì. Saturi dell’eccessivo grado di finzione di tante esperienze virtuali, torneremo a scoprire il valore del sudore sulla nostra pelle, rivaluteremo il senso del ballare pigiati vicini, capiremo nuovamente cosa vuol dire stare sotto cassa, immersi nel suono… a cellulare in modalità aereo.

    Quale è la cc che vorresti?

    Quella nella quale si riflette seriamente e con cognizione di causa sul ‘mestiere’ del DJ. Nella quale non si va a ballare un genere, una formula, i nostri sbalzi ormonali che ci rendono bestie a caccia di prede ma si va a ballare un viaggio che il DJ ci invita a fare con lui.

    Oppure nella quale anche gli impianti sono fatti con amore, le acustiche dei luoghi curati e il loro spazio non è un luogo di risulta ma un ambiente pensato, specificatamente, per poterci far immergere nel rito collettivo del ballo. Quella nella quale si torna a fare rete ma sul serio, lasciando da parte lego edonista e condividendo passioni, conoscenze, visioni. Quella nella quale guardiamo le cose in una prospettiva più ampia e conscia, senza accontentarci della superficialità del consumo alla quale un certo sistema economico vuole farci arrendere. Perché, come diceva Vicki Baum: “Ci sono delle scorciatoie per la felicità, e la danza è una di queste”.

    Links:

    Intervista su Soundwall

    Andrea su Controradio


    Rozza - cultura

    Edited by Domenica Carella. Domenica in arte Rozz Ella è una DJ impegnata e appassionata di musica elettronica. Il suo percorso artisitico nasce nella sua città di nascita (Taranto) e si sviluppa a Pisa, nei centri sociali e non solo, legali e non. Da ultimo la vediamo sulle frequenze della bass music con Neanderthal della crew di Space Vandals e come resident per il format ClubCultura al Caracol Pisa. In passato ha collaborato con la redazione di AutAut.

      JOIN OUR NEWSLETTER

      You’ll receive new inspiration and motivation, shared lessons, special contents, bonus releases, event updates, and exclusive offers. You can opt-out at any time.


      La Fondazione

      Foundation il nuovo underground italiano?

      Un nuovo inizio

      La Fondazione. Un nuovo magma culturale si muove dietro a piccoli sinth autocostruiti, chitarre appositamente scordate e organi arrugginiti dal suono ruvido. Ma anche cavi che sfregolano e regalano glitch improvvisi, sensori ottici e altre diavolerie elettroniche che permettono la realizzazione di nuove sonorità. Questa è una ricerca sonora che comincia  molto tempo fa – con i primi lavori di Karlheinz Stockhausen – e giunge a noi attraverso artisti conosciuti come Tim Hecker.

      La Fondazione at Factory Dn@
      Sinergia Elettronica (Germany, Italy) – Live at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo

       

      Una ricerca senza fine

      Tuttavia la Fondazione come esperienza innovativa si presenta come una ricerca in continua evoluzione: “una lava in continua discesa che stenta a solidificarsi – a prendere una forma precisa – e continua a sfuggire ai diversi clichè“. In Italia, pochi sono gli spazi e le occasioni per poter respirare questa atmosfera. Forse si possono contare sulle dita di una mano quelli che offrono contenuti di taratura internazionale, quelli che riescono a farti vivere una nuova esperienza come – fondante – di nuova conoscenza e socialità.

      Rafael Toral (Portugal) – Live at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo

      La geografia nazionale, da sempre spietata se parliamo di cultura, anche per questo ambito si muove solamente da Milano a Roma come “il pendolo in un orologio che oscilla tra due poli”. Ogni tanto appare qualcosa in quel di Bologna, ma nel resto del “bel paese” questo magama non viene nemmeno immaginato. Tuttavia dal 31 marzo 2018, da un’idea nata in un periodo ancora non sospetto (ai tempi dell’Ex Colorificio di Pisa cioè il lontano 2013), emerge la Fondazione, una serie di incontri musicali per scoprire insieme il nuovo underground italiano ed europeo.

      La ri-nascita di questo progetto – La Fondazione – in un’area storicamente così importante, come il bacino della costa Toscana, con base nella città Universitaria di Pisa – rappresenta un chiaro segnale ai tempi nostri. Pisa già fulcro del primo underground italiano (per chi non sa di cosa stiamo parlando si legga Black Hole di Turi Messineo),  ancora oggi nonostante tutte le batoste e i cambiamenti globali “che anche qui si fanno sentire“, resta e continua a rappresentare una fucina di resistenza culturale una laboratorio di nuove pratiche e controcultura.

      Come in tutte le esperienze di resistenza, al momento sono solo i cuori più coraggiosi che vivono appieno quest’onda rivoluzionaria. Un’onda fatta di strani arrangiamenti musicali, spesso improvvisati, di muri di suono, di nebbie elettriche e colori acidi. “Ma di rivoluzione stiamo parlando” e non a caso, queste sessioni sperimentali hanno un pubblico di ribelli ancora più interessato e numeroso di molti altri generi musicali. Un pubblico che si muove e si sposta da tutta Italia per seguire gli artisti e trovare le serate nei diversi spazi che osano su queste vibes.

      Trrmà (Italy) – Live at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo

       

      La prima stagione

      A Pisa, gli eventi della prima stagione della Fondazione, così come i futuri eventi vengono ospitati all’interno della Factory. L’hub di riqualificazione, orientamento e condivisione tra cultura, socialità e formazione creato dall’Associazione Pum Factory in via Volpe 98 ad Ospedaletto, Pisa. Una vera e propria factory, uno spazio aperto alla controcultura, anch’esso tutto sperimentale, fatto di tecnologia, arte, installazioni e musica. Uno spazio che merita di essere visitato di per sé, un’esperienza nuova per il visitatore, un’occasione sempre più rara nel panorama italiano, frutto della tenacia e della volontà dei suoi inquilni e fondatori.

      Nella Factory prendono vita diversi progetti, tra cui La Fondazione: un progetto originariamente lanciato nel 2013 all’interno dell’ex-colorificio, che il Pisa Underground MovementAmbient-Noise Session (ANS) hanno ripreso dopo anni di eventi e sperimentazioni. PUM e ANS hanno creato sin da subito un ricco calendario di “sessioni” con artisti nazionali e internazionali, che spaziano dall’occult punk targato MACAO all’unione di musica africana e modular synth fino ad arrivare alle composizioni eclettiche del Portoghese Rafael Toral e all’ambient melodico Californiano degli Ensamble Economique.

      Qui ricordiamo i concerti promossi già dalla prima stagione della Fondazione:

      #1 Cerimonia secreta (Milano) – Alga Alma (Firenze)
      #2 Sinergia Elettronica (Germany, Italy) – Andrea Borghi , Marco Baldini (Italy)
      #3 Serpentu (Italy) , TRRMA (Italy)
      #4 Nicola Vinciguerra, Nicola Tirabasso (Firenze)
      #5 Rafael a Toral (Portugal) , David lucchesi , Fausto caricato (Pisa)

      Sinergia Elettronica (Germany, Italy) – Live at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo

      Il concept

      Outsider che non si riconoscono in nessuna etichetta e preferiscono mettere mano alla materia sonora per produrre la loro personale idea di futuro: PUM e ANS vogliono riportare in questa parte di Toscana la possibilità di confrontarsi con scenari musicali differenti e meno codificati, ricollegandosi alla lunga tradizione di sperimentazione sonora pisana.

      Trrmà (Italy) – Live at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo

      La controcultura è movimento e il magma che scende da questa nuova vetta prima o poi non tarderà ad arrivare anche nelle vostre case.

      Francesco Catelani – Live painting at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo

       

      Restate all’acolto! e veniteci a trovare alle prossime tappe della Fondazione presso la Factory.