La Fondazione

Foundation il nuovo underground italiano?

Un nuovo inizio

La Fondazione. Un nuovo magma culturale si muove dietro a piccoli sinth autocostruiti, chitarre appositamente scordate e organi arrugginiti dal suono ruvido. Ma anche cavi che sfregolano e regalano glitch improvvisi, sensori ottici e altre diavolerie elettroniche che permettono la realizzazione di nuove sonorità. Questa è una ricerca sonora che comincia  molto tempo fa – con i primi lavori di Karlheinz Stockhausen – e giunge a noi attraverso artisti conosciuti come Tim Hecker.

La Fondazione at Factory Dn@
Sinergia Elettronica (Germany, Italy) – Live at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo

 

Una ricerca senza fine

Tuttavia la Fondazione come esperienza innovativa si presenta come una ricerca in continua evoluzione: “una lava in continua discesa che stenta a solidificarsi – a prendere una forma precisa – e continua a sfuggire ai diversi clichè“. In Italia, pochi sono gli spazi e le occasioni per poter respirare questa atmosfera. Forse si possono contare sulle dita di una mano quelli che offrono contenuti di taratura internazionale, quelli che riescono a farti vivere una nuova esperienza come – fondante – di nuova conoscenza e socialità.

Rafael Toral (Portugal) – Live at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo

La geografia nazionale, da sempre spietata se parliamo di cultura, anche per questo ambito si muove solamente da Milano a Roma come “il pendolo in un orologio che oscilla tra due poli”. Ogni tanto appare qualcosa in quel di Bologna, ma nel resto del “bel paese” questo magama non viene nemmeno immaginato. Tuttavia dal 31 marzo 2018, da un’idea nata in un periodo ancora non sospetto (ai tempi dell’Ex Colorificio di Pisa cioè il lontano 2013), emerge la Fondazione, una serie di incontri musicali per scoprire insieme il nuovo underground italiano ed europeo.

La ri-nascita di questo progetto – La Fondazione – in un’area storicamente così importante, come il bacino della costa Toscana, con base nella città Universitaria di Pisa – rappresenta un chiaro segnale ai tempi nostri. Pisa già fulcro del primo underground italiano (per chi non sa di cosa stiamo parlando si legga Black Hole di Turi Messineo),  ancora oggi nonostante tutte le batoste e i cambiamenti globali “che anche qui si fanno sentire“, resta e continua a rappresentare una fucina di resistenza culturale una laboratorio di nuove pratiche e controcultura.

Come in tutte le esperienze di resistenza, al momento sono solo i cuori più coraggiosi che vivono appieno quest’onda rivoluzionaria. Un’onda fatta di strani arrangiamenti musicali, spesso improvvisati, di muri di suono, di nebbie elettriche e colori acidi. “Ma di rivoluzione stiamo parlando” e non a caso, queste sessioni sperimentali hanno un pubblico di ribelli ancora più interessato e numeroso di molti altri generi musicali. Un pubblico che si muove e si sposta da tutta Italia per seguire gli artisti e trovare le serate nei diversi spazi che osano su queste vibes.

Trrmà (Italy) – Live at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo

 

La prima stagione

A Pisa, gli eventi della prima stagione della Fondazione, così come i futuri eventi vengono ospitati all’interno della Factory. L’hub di riqualificazione, orientamento e condivisione tra cultura, socialità e formazione creato dall’Associazione Pum Factory in via Volpe 98 ad Ospedaletto, Pisa. Una vera e propria factory, uno spazio aperto alla controcultura, anch’esso tutto sperimentale, fatto di tecnologia, arte, installazioni e musica. Uno spazio che merita di essere visitato di per sé, un’esperienza nuova per il visitatore, un’occasione sempre più rara nel panorama italiano, frutto della tenacia e della volontà dei suoi inquilni e fondatori.

Nella Factory prendono vita diversi progetti, tra cui La Fondazione: un progetto originariamente lanciato nel 2013 all’interno dell’ex-colorificio, che il Pisa Underground MovementAmbient-Noise Session (ANS) hanno ripreso dopo anni di eventi e sperimentazioni. PUM e ANS hanno creato sin da subito un ricco calendario di “sessioni” con artisti nazionali e internazionali, che spaziano dall’occult punk targato MACAO all’unione di musica africana e modular synth fino ad arrivare alle composizioni eclettiche del Portoghese Rafael Toral e all’ambient melodico Californiano degli Ensamble Economique.

Qui ricordiamo i concerti promossi già dalla prima stagione della Fondazione:

#1 Cerimonia secreta (Milano) – Alga Alma (Firenze)
#2 Sinergia Elettronica (Germany, Italy) – Andrea Borghi , Marco Baldini (Italy)
#3 Serpentu (Italy) , TRRMA (Italy)
#4 Nicola Vinciguerra, Nicola Tirabasso (Firenze)
#5 Rafael a Toral (Portugal) , David lucchesi , Fausto caricato (Pisa)
Sinergia Elettronica (Germany, Italy) – Live at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo
Il concept

Outsider che non si riconoscono in nessuna etichetta e preferiscono mettere mano alla materia sonora per produrre la loro personale idea di futuro: PUM e ANS vogliono riportare in questa parte di Toscana la possibilità di confrontarsi con scenari musicali differenti e meno codificati, ricollegandosi alla lunga tradizione di sperimentazione sonora pisana.

Trrmà (Italy) – Live at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo

La controcultura è movimento e il magma che scende da questa nuova vetta prima o poi non tarderà ad arrivare anche nelle vostre case.

Francesco Catelani – Live painting at Fondazione 2018 – Foto by Andrea Caracciolo

 

Restate all’acolto! e veniteci a trovare alle prossime tappe della Fondazione presso la Factory.

Senza categoria

Benvenuta ROADS!

Se l’underground cela il fascino del mistero che segue sempre la scoperta, allora il viaggio puó essere una continua scoperta di nuovi mondi fino a quel momento segreti, nascosti. 

Torna Roads per chi ama viaggiare e scoprire nuovi posti, nuove scene musicali, tra arte e cultura.

ROADS

Le cose che non hai mai visto sono nei posti dove non sei mai stato” (proverbio africano)


Nel 2012 nasceva su Radio ROARR la rubrica ROADS un altro viaggio. Oggi di quell’esperienza vogliamo recuperare qui sul nostro blog  la stessa apertura e curiositá nel cercare di descrivere il viaggio attraverso il vissuto nelle piú varie esperienze di vita, attraverso la cultura e l’arte delle diverse scene in giro per il mondo, le curiositá e i desideri, le problematiche sociali, politiche e culturali attraverso le avventure e i viaggi in altri luoghi, lontani dalle routine, che voi tutti chi piú, chi meno, avete compiuto almeno una volta nella vostra vita.

ROADS

Vogliamo cosí lanciare sul nostro blog una nuova rubrica che propone una vera e propria fuga dal rumore di fondo, uno slancio verso nuovi luoghi, oltre la corazza.

ROADS by PUM

Questa volta semplicemente “Roads“, nuovamente assieme a voi. Un nuova rubrica aperta a tutti voi per condividere le vostre storie, i vostri viaggi tra arte, cultura e nuove scene musicali.

Trovate la rubrica sul nostro PUM BLOG (clicca qui).

Mandateci materiale, condividete con noi le vostre esperienze, viaggiamo assieme!

Aspettiamo le vostre foto, racconti di viaggio, diari di bordo, idee.

Scriveteci alla mail: info@pumfactory.it

ROADS by PUM

Martino Prendini Factory Asks

Martino Prendini

Video-sincrasie in full HD

Un video-artista molto promettente: Martino Prendini. Lui non sa di preciso cosa fa. Nel suo sito c’è scritto “illustratore ed animatore 2d” ma è sempre un bel po’ difficile spiegare ciò che sta facendo e che vorrà fare. Video, illustrazioni, animazioni, live visual, ma d’altra parte le etichette contano poco, servono più per scrivere tag o compilare curricula che per altro. Di certo c’è che è nato a Rovigo nel 1985, che quindi ha passato i 31 anni, e che gli piacciono i contrasti e le contraddizioni, come la giustapposizione fra la concretezza delle arti tradizionali e le sperimentazioni dell’epoca digitale.

Ciao Martino, benvenuto su Factory Asks!

01. Come hai intrapreso questo percorso artistico?

A dire il vero, il mio percorso da video-artista è sempre stato abbastanza strano ed un pò difficile da seguire ed identificare, almeno ad un occhio esterno. In ambito visivo ho cominciato con grafica e web design, mano a mano provando cose diverse, dall’illustrazione alle riprese live. Ultimamente mi affascina molto la glitch art, tutto ciò che compete una performance live visual e, naturalmente, l’animazione. Tendo a muovermi molto, in ambito creativo, da un lato per una questione di curiosità dall’altro perchè vivo molto a periodi… Posso smettere di disegnare a lungo, ad esempio, perché in un periodo mi coinvolge maggiormente lavorare con una camera. » probabile quindi che in futuro questo percorso potrà cambiare ancora, d’altra parte mi piace lasciarmi sorprendere.

An Exit from Martino Prendini on Vimeo.

02. A chi o cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

Le influenze sono molte e molto differenti fra loro. Anzitutto la musica ha sempre avuto un ruolo chiave. Molto del mio lavoro si lega ad essa, ed anche quando non lo fa direttamente questa mi influenza nel processo creativo. Sono un divoratore di musica e piuttosto onnivoro, e difficilmente lavoro senza. Se devo pensare ad un’influenza specifica, le chine zen ad esempio sono state la ragione per cui ho cominciato a disegnare tanti anni fa. Nello specifico la copertina di un’edizione del Tao Te Ching, che da ragazzino mi catturava incredibilmente e dalla quale ho provato ad imitarne lo stile. Ma da qui si procede in modo parecchio caotico… Molto cinema, fotografia, scenografia teatrale, certa scena indie nei video-game, per cominciare. Mi impongo quotidianamente almeno un’ora di ricerca in campo creativo, visto fra l’altro che gestisco un sito di ispirazioni. Un altro ruolo chiave lo hanno le persone e gli incontri, spesso sono la maggiore fonte di ispirazione anche se apparentemente in forma indiretta.

03. In quanto “artista” qual è la tua massima aspirazione?

Anzitutto tendo sempre a schivare i termini “video-artista” e “arte”. Non sono etichette che mi competono, che ci si possa auto-affibbiare con nonchalance. Ho sempre preferito l’ambiguità fumosa del termine “creativo”. Chiarirò questo, ciò che voglio è semplicemente essere diverso domani rispetto ad oggi. In un’altra posizione ed un altro punto di vista. Costi quel che costi, e coi miei limiti. Non voglio ridurmi ad essere solo me stesso per tutta la vita. Questa credo sia la mia massima aspirazione, sia umana che relativa a tutto ciò che faccio.

04. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

Più che messaggio si tratta di suggestioni. Amo il termine suggestione, perchè si relaziona all’inconscio e all’impatto che da video-artista ricerco sempre. Amo la tensione, provare a renderla, viverla, credo sia un fil rouge di ogni cosa che faccio. Non cerco risoluzioni ed equilibri nei miei lavori, ma il tendersi, il volgersi verso, spesso in posizioni scomode, uno sforzo quasi fisico coi tendini in mostra, che coinvolga il corpo anche se indirettamente. Non a caso prima ho parlato di musica, non a caso mi affascina il movimento attraverso varie accezioni. Un’altra suggestione per me importante è l’impatto col mistero femminile. Per me il mistero più bello e inconoscibile e struggente dell’universo. Si tratta di un mondo intero, un ecosistema, un paesaggio completo in per sé stesso, fragile ed indistruttibile. Infondo tutto ciò che faccio è una lettera d’amore e al contempo un modo per scoprire o immaginare ciÚ che si cela dietro al mistero. Stranamente, persino nei lavori che sembrano meno legarsi alla femminilità essa c’è, magari in un tratto o nel modo in cui compare un’idea.

05. Che cosa vuol dire underground per te?

Se penso ad underground, per un video-artista penso ad un muoversi dal basso. Che per me è il movimento più autentico e potente. Come dire, qualcosa che sale dalla pancia per coinvolgere tutto il corpo, tutto quanto l’attorno. Chi parte dal basso lo fa per necessità, lo fa per un sentire irrefrenabile, lo fa perchè proprio non può fare altro. Ed in questi casi è necessario condividere, trovare urgenze simili alla tua, ed è allora che diventa un movimento. E conosco bene cosa voglia dire questa urgenza fuori dai circuiti, venendo da una realtà piccola e dimenticata come Rovigo. C’è bisogno di questo, l’underground è il luogo mentale e di condivisione di questo movimento che parte dalla pancia.

This is what detox feels like – short film for BBC’s Drugsland series from Martino Prendini on Vimeo.

Grazie Martino, a presto!

Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista
Alcuni preziosi links:

Video di Martino Prendini


Rozza - cultura

Edited by Domenica Carella. Domenica in arte Rozz Ella è una DJ impegnata e appassionata di musica elettronica. Il suo percorso artisitico nasce nella sua città di nascita (Taranto) e si sviluppa a Pisa, nei centri sociali e non solo, legali e non. Da ultimo la vediamo sulle frequenze della bass music con Neanderthal della crew di Space Vandals e come resident per il format ClubCultura al Caracol Pisa. In passato ha collaborato con la redazione di AutAut.

    ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

    Riceverai contenuti extra, aggiornamenti su eventi, informazioni su artisti e sulle prossime release


    Factory Asks

    FACTORY ASKS 0004 : MARTINA RIDONDELLI

    Autoritratti, Photo by Martina Ridondelli
    Bianca Garzella Photo by Martina Ridondelli, M.U.A. Isabella Biagini

    Nome artista 0004 : Martina Ridondelli

    BIO

    Nata a Pisa, diplomata all’istituto d’arte con indirizzo di “architettura e arredo” decide di approfondire la sua passione per la fotografia trasferendosi a Milano e studiando presso l’Istituto Italiano di Fotografia. Si specializza in ritrattistica e in fotografia di concerti, lavorando in buona parte nel settore musicale. Essendo la musica un’altra sua forte passione, incomincia a fare foto promozionali, artwork e a collaborare in modo sempre più diretto con i musicisti. Nel corso degli anni, approfondisce progetti personali che espone in diverse città italiane. Attualmente sviluppa i suoi lavori sia in interno, presso il suo studio, sia in esterno.

    01. Come hai intrapreso questo percorso artistico?

    Ho incominciato a far fotografie grazie a mio padre che mi regalò la prima macchina fotografica intorno ai 9 anni e posso dire che da lì è incominciato tutto.

    02. A chi o a cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

    A tutti e a nessuno o a tutto e a niente. Mi piace osservare ma non ho un riferimento ben preciso e molto spesso le influenze e le ispirazioni cambiano di mese in mese.

    03. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

    Cuore e stomaco.

    04. Che cosa vuol dire Underground per te?

    Underground è qualcosa di bello ma strano perchè sembra parlare sottovoce ma urla più forte delle realtà della cultura di massa. Il concetto di “underground” in questo periodo storico di confusione estetica e concettuale assume tante forme. E’ tutto un grosso calderone dove difficilmente si riconosce cosa ci sia dentro.

     

    |  The Factory  | Martina Ridondelli  |

    “Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista”

     

    Autoritratti, Photo by Martina Ridondelli
    Giorgio Canali Photo by Martina Ridondelli