Brucio - autonomia Factory Asks

Marco Degl’innocenti

Underground come ricerca della propria autonomia

Con estremo piacere vi portiamo oggi alla scoperta dei pantoni segreti di un talentuoso artista a cui siamo molto affezionati. Marco è uno che l’underground o le produzioni dal basso, o meglio ancora, le autoproduzioni le vive in totale autonomia. Lui si distingue con quell’intensità e passione che è davvero rara da trovare in giro oggi come oggi. Lui si fa chiamare Brucio.

Inizia la sua carriera nel 2008 disegnando per diversi festival musicali e LP.

Nel 2009 inizia a esporre le sue opere in locali e Festival in giro per l’Italia. Fin dall’inizio il suo lavoro si estende su diverse aree del design e dell’arte, pittura acrilica, illustrazioni di libri, così come fumetti e graphic novel, volantini e copertine di dischi e decorazioni murali.

Ha organizzato eventi e mostre d’arte in Liguria e Toscana (molti si ricorderanno la sua mostra a Pisa presso l’Arsenale). In aggiunta, tiene corsi e laboratori su disegno e musica.

Paint by Brucio
Come hai intrapreso questo percorso artistico?

Beh di sicuro in autonomia. Ho iniziato disegnando lettere (Crazy/Bruh/Brucio). Ovvero quel tipo di grafica fatta di outline-inline che mi ha influenzato molto nei fumetti per le linee spesse e nette e nei quadri acrilici per le campiture.

Disegnare o produrre qualcosa è sempre stato un antidoto alla solitudine e ai pensieri ossessivi, che in questo modo si trasformano in qualcosa che mi fa stare bene sia nell’azione che nel prodotto finale.

A chi o cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

Se intendiamo “ispirazione” come corrente artistica, allora a partire dal writing anni 90-00 da cui ho imparato le linee e i movimenti taglienti, il fumetto underground italiano degli anni ottanta sia per temi che per atmosfere, e infine l’arte psichedelica (Bad Trip artista mio concittadino in primis per i colori forti e la sensazione di movimento continuo delle opere).

La distorsione da “fumettaro” mi fa ricercare sempre storie diverse

Tuttavia devo dire che l’ispirazione vera e propria della mia produzione è da ricercare di più nella vita quotidiana. Questo perchè la distorsione da “fumettaro” mi fa ricercare sempre storie diverse nelle persone interessanti che incontro. Immaginate gli inconvenienti che mi capitano, e così mi ritrovo nelle incomprensioni e nella voglia costante di scappare via da tutto, mi perdo in paesaggi vivi, psichedelici e vuoti allo stesso tempo.

Paint by Brucio
In quanto “artista” qual’è la tua massima aspirazione?

Forse cercare di far capire quello che c’è dentro i quadri e i disegni.

Lo sforzo il lavoro di ricerca in autonomia continua per trovare una tecnica originale e un modo diverso di fare le cose, tra cui anche riuscire a camparci non mi dispiacerebbe, ma questo è un altro discorso eh!.

C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

Produco un sacco di disegni diversi, per capirsi, dai volantini dei miei amici della mitica “Baracchetta” a Lerse, fino ai fumetti e ai quadri.

Quando ero più giovane mi interessava di più dare un’interpretazione univoca. Spesso polemica e critica della  realtà, (il mio amico Baldu diceva che prima facevo dei disegni più intelligenti).

Ora mi interessano più le suggestioni. Dare due input per innescare un ragionamento aperto più che esprimere un messaggio o una soluzione a qualcosa che dipende da dinamiche che non conosco (logico che delle idee di fondo ci sono).

Forse l’unico modo in cui mi sentirei snaturato sarebbe quello di cercare di dare un’interpretazione univoca della realtà imposta da altri...

In questo senso la pubblicità mi mette un po’ in difficoltà (diverso è il caso della Baracchetta dove condivido tutto il modo di fare), oltre probabilmente a non avere i mezzi tecnologici per farla in quanto disegno per lo più a mano e preferisco usare il computer il meno possibile.

Paint by Brucio
Che cosa vuol dire underground per te?

Ho sentito recentemente una trasmissione su Radiorogna dove parlavano di quando la parola underground è stata iniziata ad usare in relazione ai movimenti culturali e in opposizione alla cultura di massa e dell’intrattenimento (mi sembra 1961, Duchamp).

Oggi spesso viene forse usata a sproposito o non ha un confine definito, forse è sempre stato così o forse è proprio così.

Negli anni culture che si potevano definire “underground” sono state metabolizzate

Rimasticate e riproposte in una veste diversa a livello mainstream, dalla moda alla musica, basti guardare la cultura hiphop, la street art ma anche la musica Dark, l’Indie e tante altre…

Per quel che mi riguarda ho sempre preferito cercare di tenermi un po’ fuori dai tormentoni e da quelle espressioni facilmente etichettabili che spesso magari garantiscono un successo più facile o un accesso più semplice a quelli che sono i circuiti “alternativi” in termini di serate eventi ecc…

Nel momento in cui tutti vogliono fare la stessa cosa è probabile che la qualità si diluisca o lo stesso messaggio possa essere usato per veicolare altri significati così come la stessa parola può avere più significati.

Forse per me “underground” significa proprio una diversità di approccio e un’autonomia di contenuti rispetto a quelle che sono le correnti più in voga in un determinato momento storico.

Questo non vuol dire che la mia produzione abbia un valore maggiore, anzi!, spesso mi posso permettere di sbrodolare o fare cose a caso per il gusto di farlo.

Le mie cose non hanno la pretesa di essere “underground”. Alcuni quadri o temi ricorrenti più decorativi e naturalistici, potrebbero rimanere uguali nell’immagine anche se entrassero in un circuito più grande.

forse, se si esclude l’impacchettamento e il fatto che i supporti son presi per lo più dalla rumenta

Lo sono perché girano in ambienti diversi dalle gallerie, altro discorso credo che valga per i fumetti più abbozzati e genuini che sono praticamente invendibili.

Paint by Brucio

Per paradosso in alcuni casi è il mercato a definire cosa sia una cosa e cosa l’altra. Basta pensare a come certi argomenti oggi di gran moda, in passato erano un tabù, oppure a come certi supporti diventano oggi quasi dei feticci.

In definitiva: forse mezzi/contenuti/media/moda/mercato/attitudine.
Nel tempo che stiamo vivendo cosa dovrebbero fare le nuove generazioni?

Non mi sento nella posizione di dare consigli a nessuno!. Quello che penso l’ho già scritto sopra, buona fortuna…

Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? E che ruolo possono avere i piccoli gruppi e le associazioni come la nostra molto legate al proprio territorio e alla comunità di riferimento, che si muovono nel sottobosco di molte provincie e periferie italiane tra sopravvivenza, controcultura e ricerca di una scena?

Ora come ora è bigia la situazione tutti a casa, ma le associazioni come PUM, per me sono state sempre un punto di riferimento, basta pensare le tante volte che vi sono venuto a trovare da Spezia e da Firenze a Pisa. Anche a Sp e a Fi ci son associazioni fotoniche Axmo, Three Faces, il laboratorio Artistico o realtà come Mescaleroscrew, Lo-ficomics, TypeKonnektion Crew e tante altre.

Con questo virus dev’essere pesante andare avanti, soprattutto per alcune situazioni specifiche che non riescono a finanziarsi e continuano ad avere spese fisse.

Spero che il terreno mantenga fertile oltre che per le associazioni anche per i centri sociali e i piccoli locali illuminati che continuano a far qualcosa di concreto in autonomia tra attività, mostre, laboratori e concerti, speriamo di ri-brindare presto.

Grazie per la tua disponibilità e la bella chiacchierata Marco, a presto!

Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista

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Edited by Daniele V. One of the founders of the PUM – Pisa Underground Movement. Devoted to electronic music and its cultural background. I started writing to accomplish the need to tell what’s going on and track change about our activities, and I found new energies and interests.)

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    artista daria palotti Factory Asks

    Daria Palotti

    Manteniamoci sensibili, vibranti, intelligenti e curiosi

    Recentemente su medium siamo incappati in un articolo di Devyn Springer molto interessante che cercava di descrivere il perché le parole “creativo” e “creativi” hanno poco a che fare con l’Arte e l’Artista con un ruolo nel processo di emancipazione, autonomia e indipendenza, andando invece nella direzione opposta, fianco a fianco con il mercato e la visione mercificata e capitalista del creare qualcosa. Questo numero molto illuminante concludeva rinnovando il ruolo dell’artista che con tutti i suoi potenti mezzi oggi come oggi può contribuire attivamente nel cambiare il mondo.

    Siamo molto felici di presentarvi qualcosa che va in questa direzione per Factory Asks. Non occorrono grandi gesti o parole per farvi capire come il processo artistico di Daria Palotti abbia in se i geni della rivoluzione. Basta ammirare le sue opere. Lei un’artista visuale che dipinge e modella, con un tocco sensibile, vibrante e intelligente, funzionale ad instillare il seme della curiosità in chi guarda. In fondo basta poco per attivare la scintilla del cambiamento.

    Per tutti quelli che apprezzano il lavoro di Daria e per quelli che oggi ne hanno scoperto l’esistenza. Per tutti coloro che sono molto curiosi e vorrebbero vederla all’opera, vi ricordiamo che domenica 3 Maggio, qui su #CCTv ospiteremo un live painting di Daria con la musica prodotta dal artista/musicista DEVICE (socializza l’evento).

    Come hai intrapreso questo percorso artistico?

    L’ho intrapreso fin da piccola, un po’ per scelta, un po’ per caso, un po’ perché avevo una predisposizione, e tanto incoraggiamento da parte della famiglia. Perché mi piaceva e continua a piacermi: sto bene quando dipingo, modello, quando in qualche maniera faccio arte. E mi viene da aggiungere che il percorso artistico e il percorso della vita non sono distinti.

    artista daria palotti
    Foto: Daria Palotti al lavoro
    Cosa ispira il tuo lavoro?

    Tutto quello che vedo, vivo, leggo, conosco, ascolto, tutto quello che mi piace e che non mi piace. Mi ispiro a tutto e tutti. Del passato e del presente.

    In quanto “artista” qual’è la tua massima aspirazione?

    Mi fa ridere che scrivi artista con le virgolette, anche perché, le metto sempre anch’io. Quando mi chiedono cosa faccio, solitamente, ci sono queste virgolette che aleggiano e rispondo nominando tutto quello che faccio senza mai usare la parola artista. Come se dire artista, fosse da superbi o fosse troppo, e qualcosa che non corrisponde al vero. Per poi finire a domandarsi: cos’è un artista, cos’è l’arte.. fai davvero arte? Non è artigianato? (Nessun artigiano si mette le virgolette.) Comunque l’aspirazione è… fare solo arte, vivere di arte, produrre arte. E aver sempre voglia e stimoli, di fare arte, e di migliorare sempre.

    C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

    No. La cosa che ricorre c’è, e sono io. Ma non mi sento di essere un messaggio.

    artista daria palotti
    Foto: Daria Palotti, Umano Germinare
    Che cosa vuol dire underground per te?

    Niente.
    Tutto.
    Sottoterra.
    Metropolitana.
    Inghilterra.
    Notte
    Alcol.
    Musica.
    Cultura
    Adolescenza, giovinezza.
    Rientri all’alba.
    Visioni.
    Sonno.
    Sigarette, acre, acredine.
    Punk.
    A bestia e non.

    Nel tempo che stiamo vivendo cosa dovrebbero fare le nuove generazioni?

    Non so cosa dovrei fare io, figuriamoci se so cosa dovrebbero fare le nuove generazioni. Spero che siano consapevoli, antifasciste, e attente ai diritti di ogni minoranza. Pacifisti. Artistici e poetici. Giusti. Impegnati, ecologisti. Ma questo lo spero per le nuove e per le vecchie generazioni. E per me. Ma non è facile fare come si dovrebbe.

    Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro?

    Bo – Direi che è la risposta migliore, (come nel finale dell’adorato film “C’eravamo tanto amati”). Bo! Non lo so.
    E non è che non lo so adesso, in seguito alla pandemia, non lo so in generale. D’istinto viene da pensar che andrà male, ma forse chissà, ci stupiremo di noi stessi. Comunque la risposta più sincera è “non lo so”. In effetti non so neppure pianificare il mio futuro a breve..da qui a qualche mese. L’altro giorno mi è stato chiesto, così all’improvviso, come m’immagino tra dieci anni..e non ho avuto nessuna risposta. Buio. Non riesco ad immaginare niente di diverso da adesso.
    Come vivere un eterno presente. La domanda mi era stata fatta per stimolarmi a pianificare il presente, per impostare il futuro, ma ha generato “panico”. Va bene pianifichiamo. O almeno proviamoci. Ma cosa aspettarci non lo so.

    artista daria palotti
    Foto Daria Palotti

    E che ruolo possono avere i piccoli gruppi e le associazioni come la nostra molto legate al proprio territorio e alla comunità di riferimento, che si muovono nel sottobosco di molte provincie e periferie italiane tra sopravvivenza, controcultura e ricerca di una scena?

    Mantenerci sensibili e vibranti. Intelligenti e curiosi. Allertati. Coscienti e consapevoli. Vivi.

    Grazie Daria, a presto!

    Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista

    Links:

    Visita il sito di Daria Paolotti per ulteriori info e vedere i suoi ultimi lavori


    Rozza - cultura

    Edited by Domenica Carella. Domenica in arte Rozz Ella è una DJ impegnata e appassionata di musica elettronica. Il suo percorso artisitico nasce nella sua città di nascita (Taranto) e si sviluppa a Pisa, nei centri sociali e non solo, legali e non. Da ultimo la vediamo sulle frequenze della bass music con Neanderthal della crew di Space Vandals e come resident per il format ClubCultura al Caracol Pisa. In passato ha collaborato con la redazione di AutAut.

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      Danijel Žeželj Factory Asks

      Danijel Žeželj

      Underground and independent as a way to build-up an everyday creative process that never ends

      It is an honor for our Under-blog to host an interview to a visual artist of the caliber of Danijel Žeželj. He is a great man and one of the greatest visual artists ever, words in some cases do not add much compared to the contribution of his Art.

      We already had the honor of hosting Danijel a few weeks ago on our streaming channel (CCTv) for a live streaming performance and it was simply super! He did a special live painting show with music performed by a young artist from Pisa Underground Movement, DEVICE. Danijel welcomed this initiative with enthusiasm, asking us to be able to highlight during the live one of the Italian’s fundraising initiatives to deal with coronavirus emergency and we thought it might be the opportunity for Tuscan hospitals. It was a beautiful afternoon and many followed us (see at the end the video extract).

      After, we asked Danijel to participate in our Factory Asks with few questions, thinking that would be a great inspiration for many other artists and people who follow our blog and our activities.

      Who are you? Please describe yourself in few sentences

      I’m a visual artist, I make graphic novels, paintings, prints, animations, live painting & live music performances. The common thread of all these works is visual narration, exploration of storytelling through images. That’s what keeps me going, finding the narrative line in a single image or a sequence of images. ­

      LUNA PARK, 2009. Kevin Baker and Danijel Žeželj
      160 pages, DC Vertigo, USA, 2009; Magic Press, Italy, 2010
      How did your artistic career begin (just an anecdote)?

      The very first work that I have “published”, or make public, was a painting on the wall I secretly made with a couple of friends in the underground passage in Zagreb’s train station. I was 16 or 17 years old. It was a painting of a boxer with the makeup of a clown. Although I started publishing my first comics a few years later I always felt that this clown boxer was my first “official” artwork. But the wall painting was quite bad:)

      What is you work mainly inspired by?

      The relationship. In every possible sense: the relationship between friends and enemies, the relationship between man and his dog, the relationship between a broken window and the street bellow, the relationship between an orange and apple, between art and politics, between black and white, between light and shadow, etc. It’s all about the relationship and the balance.

      RED RIDING HOOD REDUX – trailer from Danijel Zezelj on Vimeo.

      As a visual artist what is your maximum aspiration?

      I work with my hands. I paint, draw, cut, spray, stamp, erase and then do it all over again. I guess my aspiration is to keep working and stay excited about it as long as possible.

      What does underground/independent mean to you, if still mean something?

      It means a lot, always. Underground and independent to me means being ready and willing to use your own mind and hands to construct and build something, to create. It does not have to be “Art” as in traditional classification of Arts, it could be carpentry, cooking, programing, geology, woodwork, any craft you learn and become good at. If you learn a craft, you have an instrument for building things up, and you can keep building and learning. It’s an everyday creative process that never ends.

      What do you think about Art communities in your city and beyond?

      I have never been too deeply involved in working within any art community or movement, I prefer to keep my independence and stay away from established rules of any group. I spent many years living abroad, in Italy, Seattle and New York, so I learned that your home and community is wherever you are, and in my experience, it is more important what you can give than what you receive. Also, today and more than ever before, we definitely all live in a global village, so the idea of community has much broader meaning. Never the less, the sense of community and home comes down to your own personal choice of right or wrong, positive or negative, and whatever direction you decide to take and however you spend your time and energy.

      What are your next projects?

      Because of the ongoing pandemic, some of the exhibitions and live painting projects have been canceled, but other work is ongoing. I just finished a graphic novel about Vincent van Gogh and it will be published in France in September, by Glénat Editions, with an exhibition in Paris (if corona permits). I’m also starting work on a new animation movie “The Drummer”, and then another couple of graphic novels, one written by myself and the other by Ales Kot, for USA publisher Image.

      THOUSAND from Danijel Zezelj on Vimeo.

      Thank you Danijel!

      Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista

      Links:

      Danijel is a well-known and respected visual artist, he has published and exhibited for: The New York Times, Marvel Comics, Washington Chronicle, DC Comics, the San Francisco Guardian, Harper’s Magazine, Dark Horse, L’Espresso, Il Grifo, De Agostini, Image Comics, Dargaud, Editions Mosquito, Hazard Edizioni Eris Edizioni and others.

      Please check his website for additional info.

      DANIJEL ZEZELJ – BLUE Live Painting on CCTv – Music by DEVICE

      Other interviews:

      EtnaComics

      Lospaziobianco: The dream is mightier than the gravity – Danijel Zezelj


      Edited by Roberta Ada Cherrycola www.instagram.com/ada.cherrycola

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